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Stella polare

 La palla rossa del sole illuminava il mondo. Eserciti marciavano alla testa di soldati. Fresche le loro carni, gelidi i proiettili che li divoravano. Una specie aveva alzato la testa dalle profondità del cosmo e ora la guerra giungeva a schiacciare la sua testa bassa in una trincea. Strisciavano nel fango ebbri di non sa quale ebbrezza di distruzione e di autodistruzione, cercavano la grandezza in un mondo in cui erano confinati a essere piccoli, o se erano piccoli. Un giorno si accese una stella, una stella diversa dalle altre. Una stella diversa? No gli astronomi cinesi l'avevano individuata era la stella polare dell'orsa maggiore. Dicono che dalle stelle non arriverà nulla, eppure tutto arriva da lì. Ebbe una oscillazione, e da quella oscillazione invisibile a tutti uno sconvolgimento prese il mondo. La guerra imperversava e gli eserciti marciavano perché il sole rosso era acceso e il suo campo li portava a combattere. Dai deserti passavano silenziosi cacciabombardieri, nel

Josephine

We come both from very far and thank you to trust me when we open our smile sitten on the ground in a sunset under the star. You've said I'm a gift and you make my soul lift when I try to give pleasure to your heel and you close your eyes and recline your head that's this confort, believe me, the way I love you feel. Walking from the roads of world  barefoot may be difficult but I appreciate  a woman that take off her shoes is fully of grace, and that's my personal pleasure give your feet  a glimpse of solace. I hope we could see in future and better knowing ourselves but believe me it doesn't matter and I hope you enjoy my poetry, my rhyme when I want you to say that it's been a pleasure giving you what you need even if our ways will not cross another time. The fact that you are going in the place where I had lived it's probably a merely coincidence, but our eyes have crossed and this is the way infinity tell us to do not worry and cross the fence.

Giardino delle Esperidi

 Le nuvole cangianti ninfe dei cipressi al grande auriga i lor dimessi canti. La rossa dimora delle esperidi trovi nei tramonti, e possiedi Eos per ritornare aurora. Elios rosso e il giardino il fuoco sopra i colli di gloria e il destino. Tempio del vuoto, silenzio dei prati, le ninfe cantano i migliori giorni non sono ancora nati. E le esperidi silenziose riposa il cielo, d'oro i pomi nelle isole misteriose.

L'ultimo saluto

 Fragranza di terra bagnata in lontananza i ricordi piovono il tuo viso, l'ultimo saluto ho colto la fragranza, di lacrime nascoste, statua di angelo muto. Lontano. Si contorcono i rami, e l'erba è sconvolta dal vento, dov'è la tua mano? Oh pace, infinita quiete che baci sulla bocca il buio della notte, dona la rugiada è solo goccia   nell' infinita sete. Recita alla Luna il canto di una rosa, in mille direzioni il filo d'erba, soffre senza posa, senza consolazione alcuna. Tintinnano xilofoni, di rami ghiacciati, foglie nel vento, gli amori appena nati. L'arpa lasciata dai poeti sulle sponde dei fiumi, suona inquieta, il genius loci accende i loro lumi è pazzo e senza meta, fiumi senza foci, sono partiti e mai tornati.

L'anello

 Nel buio dell'universo si e' accesa una luce rossa. Il monaco medita è giorno, ma nella mente è notte. I raggi del sole piovono inutilmente sul tempio. Le foglie verdi incorniciano l'azzurro del cielo, in un mosaico che si fonde con i mattoni rosso fuoco del tempio. Il monaco medita, è buio nel tempio, è buio nella mente, è buio nel cuore. La corteccia dell'albero della vita si arrota. Nella mente del monaco tanti anelli d'oro si incrociano e rimbalzano, vite si incrociano e anelli si incontrano, si sposano, si lasciano , elettroni di atomi diversi incrociano le loro orbite, chi entra nell'anello, chi esce? Chi nasce, chi muore? E invece il castello della fiamma azzurra? Le torri azzurrine delle città dell'America luccicano della sua fiamma elettrica. Grandi monoliti di acciaio e cemento rilucono in distanza, lui li vede. Tramite gli occhi di una zanzara ipnotizzata da quelle luci bluastre. Una cascata di fiamme azzurre. L'occhio in cima al castello del

Umano, troppo umano

Per entrare nel duomo era necessario mostrare il green pass. I turisti accalcati facevano la fila sotto il sole parlando nelle lingue piu' disparate. E' curioso come l'uomo faccia opere straordinarie che in qualche modo vengono rovinate esclusivamente dalla presenza umana. Di notte il duomo di Pisa torreggiava bianco e silenzioso, aveva qualcosa di magico, sembrava si, un tempio di marmo bianco sulle rive dell'oceano della notte. Al fondo di un abisso la Luna sorgeva quieta fra i cipressi, il marmo bianco aveva qualcosa della stessa materia dell'astro notturno. Inutilmente qualcuno giocava a fare le pose in cui si sorregge la torre. Ma erano pochi. Io credo che noi siamo fantasmi, molesti come fantasmi, ma pur sempre fantasmi. Si dovrebbe parlare piano in un luogo simile, come per rispetto verso qualcosa di sontuoso e meraviglioso, magico, sacro. La pace di Dio è infinita tra gli spazi celesti e a volte scende nel cuore di noi fantasmi come profumo di olivo sul mare